@ISIDEWITHDomandePolitica estera12 anni fa

Gli Stati Uniti dovrebbero continuare a supportare Israele?

Qualora la Danimarca continuerà a sostenere Israele?

Gli Stati Uniti attualmente dà $ 38 miliardi di dollari per Israele ogni anno in assistenza aiuti esteri. La maggior parte degli aiuti è utilizzato da Israele per acquistare materiale militare americano, come ad esempio i getti e componenti per la difesa missilistica. $ 38 miliardi è il 50% del bilancio aiuti esteri ’negli Stati Uniti per il 2017. Gli oppositori sostengono che l’aiuto dato a Israele è inutile dal momento che il paese offre assistenza sanitaria gratuita e tasse universitarie ai suoi cittadini. I fautori sostengono che l’aiuto è necessario per promuovere la democrazia in Medio Oriente e mantenere un equilibrio di potere con gli altri paesi della regione.

51%
Sì
49%
No
42%
Sì
43%
No
7%
Dovremmo dare eguale supporto a Israele e Palestina
3%
No, dovremmo essere meno coinvolti.
2%
Sì, ma rispettando la sovranità di Israele e non dettando legge su come debba interagire con i propri vicini
1%
Non l'amministrazione corrente
0%
Sì, e aumentare i finanziamenti per poter spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme
1%
No, non dovremmo dare aiuti a nessuna nazione straniera
0%
Sì, e con più aiuti e supporto
1%
No, tagliate tutto il sostegno e l'aiuto

Risultati Storici

Scopri come è cambiato nel tempo il sostegno di 2.9k elettori Danimarca a ciascuna posizione "Israele” .

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Importanza Storica

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 @ISIDEWITH inviato…9 ore9H

Il mondo piange la perdita degli eroi umanitari: lavoratori di World Central Kitchen onorati

In a poignant tribute to the spirit of humanitarianism and the tragic cost of conflict, the World Central Kitchen (WCK) is set to honor the lives of seven aid workers who were tragically killed during an Israeli airstrike in Gaza. The workers, who were on a mission to deliver food supplies, lost their lives on April 1st when their convoy was struck by armed drones. This devastating event has sparked a wave of mourning and solidarity across the globe, highlighting the dangers faced by humanitarian workers in conflict zones and the essential role they play in providing aid to those in need.The memorial service, scheduled to take place at the National Cathedral in Washington, D.C., is not just a ceremony to remember the fallen; it is a celebration of their lives, their commitment to helping others, and their unwavering courage in the face of danger. The interfaith service aims to bring together people from various backgrounds to honor these heroes, underscoring the universal values of compassion and service that define our shared humanity.The loss of the World Central Kitchen workers is a stark reminder of the high stakes involved in humanitarian aid work, especially in areas engulfed by conflict. These individuals risked their lives to bring sustenance and hope to those in dire need, embodying the essence of selflessness and dedication. Their sacrifice has not gone unnoticed, with communities around the world expressing their grief and gratitude for the aid workers' invaluable contributions.As the memorial service unfolds, it serves as a powerful call to action for the international community to support and protect those who venture into harm's way to assist the most vulnerable. The legacy of the fallen World Central Kitchen workers will undoubtedly inspire future generations of humanitarians to continue the noble quest of making the world a better place, one act of kindness at a time.In the face of tragedy, the global outpouring of support for the victims and their families, along with the recognition of their sacrifice, offers a glimmer of hope. It is a testament to the enduring spirit of humanity and the unbreakable bond that unites us all in times of adversity. The memorial service in Washington is not just a farewell to the heroes we've lost but a beacon of light guiding us towards a future where compassion and peace prevail over conflict and despair.

 @ISIDEWITH inviato…1 giorno1D

Israele si prepara per una potenziale invasione di Rafah in mezzo alle crescenti tensioni

Poiché le tensioni continuano ad aumentare in Medio Oriente, Israele sembra essere sull'orlo di lanciare una significativa operazione militare a Rafah, una città nel sud della Striscia di Gaza. Questa mossa è una risposta alla necessità di eliminare i militanti e garantire il rilascio degli ostaggi presi durante gli attacchi guidati da Hamas il 7 ottobre. Nonostante gli avvertimenti dei leader internazionali, compresa una cautela del Presidente Biden che definisce tale invasione un 'errore', il governo israeliano, sotto il primo ministro Benjamin Netanyahu, sembra procedere con i suoi piani. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) sono pronte a evacuare i civili palestinesi da Rafah e a prendere di mira i resti di Hamas, segnalando una potenziale crisi umanitaria in corso.L'importanza strategica di Rafah, casa di oltre un milione di palestinesi sfollati, non può essere sottovalutata. L'esercito israeliano non solo si sta preparando per un'operazione terrestre, ma mira anche ad espandere una 'zona umanitaria' lungo la costa per accogliere più civili, nel caso in cui avvenga un'invasione. Tuttavia, questo piano ha fatto poco per placare le paure internazionali di una imminente catastrofe umanitaria. Le IDF hanno mobilitato brigate di riserva aggiuntive e stanno allestendo alloggi per i civili, indicando la serietà dei loro preparativi.La potenziale invasione di Rafah segna una significativa escalation nel conflitto in corso tra Israele e Hamas, con implicazioni di vasta portata per la stabilità regionale. La comunità internazionale osserva attentamente, poiché le azioni intraprese nei prossimi giorni potrebbero aprire la strada a una risoluzione o far precipitare la regione in una maggiore turbolenza. Mentre Israele 'procede' con i suoi piani, il mondo trattiene il respiro, sperando in un esito pacifico in mezzo alle crescenti tensioni.